Dettagli Recensione
L'agnello dell'Alpago al San Lorenzo
Premetto che come lavoro faccio "l'ispettore", un lavoro che mi porta ad effettuare dei sopralluoghi anche durante la notte. Dovendo lavorare vicino a Belluno ho scelto di alloggiare alla Locanda San Lorenzo senza sapere se avrei trovato il tempo per mangiare o meno.
Durante "l'ispezione" alle 20 concordiamo una pausa di 3 ore per motivi tecnici e decido di fare un salto alla Locanda per mangiare qualcosa.
I Tavoli del locale sono tutti occupati, sia sulla splendida terrazza che all'interno. Una gentilissima bionda e riccioluta signorina, che in seguito scopro essere la sommelier, mi propone di sedermi in uno dei tavoli, all'interno della zona bar, fianco al focolare, ovviamente spento, da dove potevo, con mio sommo piacere, sbirciare i lavori della cucina.
Nonostante il grande affollamento in pochi minuti viene apparecchiato il tavolo, servita una fresca caraffa di acqua del sindaco (su mia richiesta per rompere l'assillante monopolio delle onnipresenti acque "sponsor degli stellati"), uno splendido pane appena sfornato accompagnato da delle sottilissime "carte di pane" alle spezie. Arriva anche un pezzo di pizza, sempre autoprodotto, con un'inebriante profumo di scalogno che mi fa definitivamente sentire a casa: una sensazione difficilmente assaporabile anche in un ristornate stellato.
Mentre saccheggio il pane, la sommelier mi lascia un bicchiere di Uberti Francesco I extrabrut di benvenuto.
Sto lubrificandomi con le bollicine quando esce dalla cucina "el paron" Renzo che, salutati alcuni amici al bar, si avvicina al mio tavolo e chiede se gradisco la lista o se lascio a lui preparare qualcosa. Ovviamente opto per la seconda chiedendo un'antipato e un secondo sostanziosi, energie per il lavoro notturno. Per il vino mi lascia una notevole carta e mi affida alla spumeggiante sommelier.
Tante bottiglie mi tentano, anche considerato l'equilibrato ricarico, ma il pensiero dell'imminente ritorno al lavoro ritorno, mi fa optare per vino al bicchiere: Malvasia Slovena Brda Bay di Pucer.
Arriva l'antipasto: testina di vitello con salsa verde e gelato al kren che il mio palato assimila alla Malvasia inviando stimoli al "controllo centrale" di soddisfazione e appagamento. Mentre "scarpetto il piatto" con il pane gli avventori al bar continuano il loro gioviale e non fastidioso ritrovo assecondati da qualche piattino che furtivamente esce dalla cucina: se la prossima volta non troverò posto cercherò di associarmi a loro.
Arriva anche il secondo: una strabiliante degustazione di agnello d'Alpago del "presidio" in differenti cotture. I miei sensori spaziano nei tagli dell'agnello dal crudo, al fritto, al forno, alla trippa e finiscono alla coratella lubrificati da un bicchiere di corposo e profumato cigliegiolo maremmano Sassotondo 2008 rigorosamente "barrique-free".
Sfortunatamente il tempo tiranno mi costringe al caffè e alla fuga, cosi contento che non mi sembra neanche di tornare al lavoro.
Tornerò sicuramente con calma in questo stellato che mi ha messo "a mio agio", mi ha permesso di mangiare (non degustare, proprio mangiare) delle splendide materie prime elaborate con la maestria che lascia inalterati i sapori originali esaltandoli e fondendoli con "le aggiunte".
Tornerò in questa atmosfera (si respirava anche sulla terrazza), che mi ha permesso di cenare con gioia e di non sentirmi, come in tanti stellati che ho frequentato, all'interno di un'impresa di onoranze funebri circondato da funerei "pinguini".
Tornerò sicuramente in questa Locanda nella terra dove i miei avi della Serenissima Repubblica di Venezia hanno attinto il legname per la più grande flotta di quei tempi, a godere dei cibi e dell'ospitalità, sperando sia avanzata ancora "qualche legna", magari già tagliata, per il mio caminetto.
Stanza ampia, funzionale e ben arredata, dotata di cabina doccia multifunzione, frigobar comprendenti anche chinotto e gassosa "del presido" in bottiglia di vetro, set di cortesia dai ricercati profumi.
Fattura XNR 41976
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